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1

Ernest Renan è forse il modello umano e culturale privilegiate a cui Rodó deve continui richiami diretti o impliciti. Oltre alla celebre Vie de Jésus (1863) le cui tracce sono evidenti in Ariel, il dramma politico-filosofico Caliban (1878) e il suo seguito, L'Eau de jouvence (1880), dove ricompaiono i personaggi fondamentali della Tempesta shakespeariana, risultano essere il referente intertestuale più immediato del saggio di Rodó.

 

2

Victor Hugo, autore de Les Contemplations (1856).

 

3

Si riferisce all'inquietante e struggente figura della «sposa alienata», suggestiva metafora della giovinezza intaccabile nell'Esquisse d'une morale sans obligation ni sanction (1884) di Jean-Marie Guyau. Appartenente a quella schiera di scrittori vitalisti prediletti da Rodó (sui quali vedi nota 5), Guyau (1854-1888), insieme a Renan e a Taine, esercitò una grande influenza nel mondo intellettuale dell'epoca.

 

4

«Chi fosse presente quando gli Ioni sono riuniti / direbbe che sono immortali, e immuni da vecchiezza in eterno» (Inni Omerici, III. Ad Apollo). Da Inni Omerici, a cura di Filippo Càssola, Milano, Fondazione Valla, Mondadori, 1988, pp. 119-120.

 

5

Alla visione pessimistica delle figure rinunciatarie del romantico René (il romanzo omonimo di Chateaubriand è del 1802) e del 'decadentista' Des Esseints, il noto personaggio di À rebours di Huysmans (1884) -assunte rispettivamente come limiti emblematici dell'arco del secolo-, Rodó contrappone con maggior partecipazione e con evidente intento didattico la visione palingenetica della schiera di scrittori spiritualisti e vitalisti che si rafforzò sulla fine del secolo in Europa e che individua soprattutto in l'aul Bourget (il cui romanzo Le disciple, del 1889, suscitò molto scalpore e si impose per le sue questioni esistenziali rappresentando il protagonista, Robert Greslou, come un eroe negativo), in Jules Lemaître (discepolo di Renan), Teodor Wyzewa, Edouard Rod e Mary Augusta Ward, più conosciuta come Mrs. Humphry Ward (creatrice del personaggio di David Grieve nel romanzo The History of David Grieve del 1872).

 

6

Il riferimento al secondo Faust di Goethe è forse meno casuale di quanto possa apparire poiché in esso è presente il personaggio di Ariel a indurre Faust all'azione.

 

7

Evidente allusione intratestuale all'opera dello stesso Rodó, El que vendrá, pubblicata nella «Revista Nacional» nel 1896, riprodotta lo stesso anno in «La Razón» di Montevideo ed entrata a far parte, nel 1897, del primo opuscolo de La Vida Nueva.

 

8

Allude ai versi «Soldados indolentes que militan / bajo el pendón sombrío de la muerte» dell'epicedio En la muerte de D.ª María de Borbón del poeta ecuadoriano José Joaquín de Olmedo (1780-1847).

 

9

La teoria del tedio è esposta dal filosofo francese Claude-Adrien Helvétius (1715-1771) nell'opera De l'esprit, uscita anonima nel 1758.

 

10

Scrittore e giornalista francese (1861-1931) che al momento della pubblicazione di Ariel dirigeva la sezione letteraria di «Le Temps», incarico che aveva precedentemente occupato Anatole France.