Selecciona una palabra y presiona la tecla d para obtener su definición.
Indice


Abajo

Catalogo delle commedie di magia rappresentate a Madrid nel Secolo XVIII

Antonietta Calderone





I dati raccolti nel presente catalogo sono stati estratti dalla documentazione conservata presso l'Archivo Municipal di Madrid (Catálogo de Secretaría, vol. XVIII, Grupo 10: Diversiones públicas. Teatros de la Cruz y del Príncipe, 1542-1827, fol. 169 ss.), limitatamente a quella serie di documenti che testimoniano giorno per giorno l'attività commerciale dei due Teatri e, conseguentemente, la presenza delle compagnie comiche che vi lavoravano e i titoli delle opere rappresentate1.

Il periodo preso in esame corrisponde a quasi tutto il secolo XVIII; abbraccia, infatti, l'attività teatrale compresa fra la stagione 1708-1709 -primo anno in cui si iniziò a tenere per iscritto, in libri, la contabilità dei due Teatri e data di rappresentazione di Duendes son alcahuetes y Espíritu foleto, prima «classica» comedia de magia- fino alla stagione 1799-1800, anno dell'approvazione dell'Idea de una reforma de los teatros de Madrid.

Gli incartamenti esaminati sono di tipo diverso e variamente denominati. Si potrebbe tentare una prima suddivisione in ordine cronologico, assumendo come anno di demarcazione il 1740. Fino a quest'anno, infatti, si trovano i fogli riassuntivi di cassa raccolti in libri, uno per ciascun teatro, foderati in pergamena e pelle, molto ben conservati, manoscritti fino al 1734-1735, stampati poi; ciascuno reca il titolo manoscritto di Libro de productos y gastos del teatro tra il 1708-1709 e il 1713-1714; poi di Libro de la administración de los corrales de las comedias (spesso con la specificazione dei nomi dei comisarios) fino al 1735-1736 compreso; dall'annata seguente fino al 1740, di nuovo Libro de productos y gastos del teatro. Sono divisi per anni teatrali e non solari. I fogli recano nella parte superiore, da sinistra a destra nell'ordine, il nome del teatro, quello della compagnia, la data e il titolo dell'opera rappresentata.

Tra il 1740 e il 1756 non esiste alcuna tenuta di conti, fatta eccezione per qualche mese della stagione 1745-1746 e per quella, completa, del 1748-1749. Dal 1757 alla fine del secolo rimane pressoché fissa la denominazione dell'incartamento in Formación de compañías para ambos teatros y sus productos y gastos. Si tratta ora di grossi incartamenti di fogli sparsi comprendenti le entrate giornaliere di entrambi i teatri -con le usuali indicazioni: teatro, compagnia, data e opera- raccolte mese per mese e in annata solare.

C'è una forte diversità nella varia distribuzione del materiale nel corso del secolo. All'essenzialità riassuntiva e precisa dei libri della prima metà si sostituisce, nella seconda, una ricchezza di documentazione che pecca, però, di lacunosità. Questo secondo gruppo di incartamenti comprende anche le liste degli attori dell'anno in questione, e spesso -non si può generalizzare dato il carattere lacunoso del tutto- note di spese tra le quali ricorderò quelle da cui sono state tratte, a volte, notizie per il presente lavoro: Gastos de compañías, Gastos de tablado, Gastos de comedias (de Navidad, de Espíritu Santo, de carnaval, de teatro, de magia), Gastos de teatro, note di pagamenti effettuati a Ingenios (per lo più di sainetes e entremeses) o per copie di testi drammatici o di musica nuova per i medesimi. Nell'ultimo quarto di secolo compaiono inoltre -importantissime ai fini del presente discorso- molte note di spese sostenute dalle compagnie per la copiatura di comedias e opere varie nel corso dell'anno, quasi con frequenza mensile. In tali elenchi spesso si specifica anche l'importo della censura per nuove comedias. A questo tipo di documentazione «indiretta» mi sono rifatta -quando ci sia stata- per trovare un qualche indizio su rappresenrazioni di commedie tra il 1740 e il 17562.

Nella disperata ricerca di notizie su questo periodo, anche fuori dagli ambienti dell'Archivo e dell'Almacén de la Villa, mi sono indirizzata infine alla miniera di notizie sui teatri di Madrid custodita nei preziosi Papeles di E. Asenjo Barbieri3. Conoscevo in parte il singolare lavoro di ricerca condotta nell'Archivo Municipal dallo studioso ma qual è stata la mia sorpresa nel trovare tra le centinaia di papeletas (trascrizione, riassunto o semplice annotazione del contenuto di ricchissimo materiale dell'Archivio, anno per anno nel secolo XVIII), documenti originali dell'archivio stesso, Gastos de comedias tra il 1740 e il 1759 e tra decine e decine di ricevute firmate da vari Autori (Ramón de la Cruz, Antonio Valladares, Luciano E. Comella, Luis Moncín), quelle autografe di A. Valladares per la liquidazione del compenso datogli per la composizione di varie commedie di magia e quella di M. Fermín de Laviano per la composizione di El Mágico Fineo! Non posso a questo punto non chiedermi quale destino abbia fatto finire nelle mani di Barbieri una parte, anche se minima, del materiale dell'Archivio e, in più, in quelle di chi potrebbe essere andato a finire il resto della documentazione irreperita.

Si è limitato l'interesse ai teatri di Madrid sia per l'ovvia importanza della Capitale e come modello e come centro di diffusione di cultura teatrale nel periodo esaminato, sia perché, diversamente da altre città spagnole, manca per essa a tutt'oggi -e per notissimi motivi - un quadro sistematico dell'andamento di tale attività dalla fine del secolo XVII in poi4.

Il lavoro, in concreto, è consistito nell'esaminare anno per anno i libri delle entrate e delle uscite dei due teatri -e qualsiasi altro tipo di documento che contenesse notizie al riguardo- per estrarre i titoli delle comedias che in un presuntivo elenco elaborato all'inizio della ricerca risultavano avere le caratteristiche essenziali per essere classificate «de magia», al fine di riscontrare o verificare la data della prima rappresentazione e delle eventuali repliche5.

La consultazione sistematica degli incartamenti ha riservato non poche sorprese. Se da un lato non è riuscita a sciogliere tutti i dilemmi che rimanevano aperti nei repertori precedenti -dubbia paternità o anonimato o incerta datazione di molte commedie- in compenso ha fatto emergere abbondantissimi dati preziosi a conferma di quanto si dava per ipotetico o a chiarimento di quanto si conosceva in modo errato.

Per la prima metà del secolo -in base alla distinzione già fatta sul tipo di materiale- sono state provvidenziali per la datazione di alcune commedie, o per l'accertamento di essa, note manoscritte poste in calce a più fogli dei rendiconti di cassa dei teatri. La frequenza di tali annotazioni è pressoché costante in coincidenza con la prima di ogni nuova commedia: se ne deduce, per esempio, che il giorno precedente l'estreno il teatro restava chiuso per permettere agli attori la prova generale o ai tecnici l'allestimento della nuova scena6. Parimenti, la specificazione del nome dell'Ingenio nella parte riservata alle spese sostenute dal teatro ha delucidato qualche caso dubbio di paternità7.

Per quanto riguarda la seconda metà, come si è detto, ci si trova di fronte a una considerevole massa di materiale che, se da un lato facilita la datazione delle commedie e permette, inoltre, un certo calcolo globale delle spese sostenute per allestire e portare avanti la rappresentazione per diversi giorni, dall'altro non permette di riscattare dall'anonimato che poche8. E, quel che è peggio, lascia nell'incertezza più frustrante circa la rappresentazione o l'esistenza stessa di commedie notissime.

Nella Cuenta del escrito de el mes de diciembre de 73 de la compañía de Manuel Martínez (1-373-1) compare tra i titoli delle comedias nuevas quello di Marta Tercera parte; come abbiamo poc'anzi dichiarato, l'anno comico 1773-1774 è l'unico che sia rimasto totalmente privo di dati perché introvabile (?!) nell'Archivio; non ho quindi potuto appurare se la commedia programmata, per così dire, per Natale o tenuta in serbo per il carnevale seguente, fosse stata effettivamente rappresentata in quell'anno comico. La prima data di rappresentazione che si trova successivamente è del maggio 1774.

La stessa incertezza, per il medesimo motivo, interessa la Sexta parte de Vayalarde inclusa nell'Escrito de la compañía de E. Rivera y relación jurada fatta dall'apuntador Miguel de Armendáriz relativi ai mesi di gennaio e febbraio 17749.

Di carattere diverso è, invece, il problema legato a Marta Imaginaria e a La mágica por su esposo. La prima, annunciata nella Relación jurada del escrito de la compañía de Eusebio Rivera en el mes de diciembre de 1775 con una spesa di 20 reales per la censura; riproposta ulteriormente nella Relación jurada del escrito de la compañía de Eusebio Rivera en este mes de henero de 1776, con una spesa di 20 reales per la copia fattane, non compare rappresentata né allora né mai fino alla fine del secolo.

Della seconda è riportata la spesa di 20 reales per la copia per la censura nella Relación jurada del escrito del mes de septiembre de la compañía de Eusebio Rivera [1776] ma anch'essa non mi risulta mai rappresentata. Posso azzardare l'ipotesi che entrambe le commedie non ottenessero il nulla osta dei censori di Madrid? Ne risulta, infatti, la rappresentazione in Barcellona nel 177710.

Il caso di Marta imaginaria incuriosisce oltremodo perché, se è vero che non si trova mai in cartello, è anche vero che il suo fantasma dovette continuare a vagare nei teatri di Madrid. Non si spiegherebbe altrimenti l'errore di chi, compilando i moduli delle entrate del teatro, anni dopo, alla prima di Marta aparente, il 25 dicembre del 1779 scrive Marta imaginaria sullo stampato della Lista de los asientos e il titolo giusto, invece, negli altri stampati (cfr. 1-374-2); errore ripetuto nel Natale del 1784: Marta aparente è detta Marta imaginaria nella Lista de gastos (1-384-1 )11.

Sembra, infine, altrettanto singolare, e meritevole di indagine chiarificatrice, il fatto che di José Concha non compaia rappresentata a Madrid nemmeno Vence a un error un favor por conseguir un amor y mágico gaditano12.

Come si può facilmente dedurre dalle date riportate, le commedie «de magia» erano per lo più proposte e replicate nella «temporada de invierno», il più delle volte come comedias de Navidad e, con altissima frequenza, come comedias de Carnaval, stando a quanto risulta dai resoconti di spese delle compagnie13. Poche uscivano da questo schema fisso per essere rappresentate alla fine della «primera temporada» o nella seconda metà della seconda.

Le commedie in più parti erano spesso mandate in scena in cicli, a volte non completi ma limitati a quelle che riteniamo dovettero riscuotere più favore di pubblico. Tali cicli iniziavano nella stagione teatrale autunnale di un anno per concludersi nel carnevale dell'anno successivo, generalmente con un'interruzione durante le feste natalizie per cedere il posto a una comedia de teatro di spirito diverso.

Alla luce dei dati raccolti la serie più fortunata risulta essere senz'altro quella de El mágico de Salerno. Le repliche delle cinque parti di Salvo calcano il palcoscenico lungo tutto il secolo con un abbinamento quasi sistematico di due o più commedie. Il primo ciclo ha inizio ben presto: prima dell'estreno della Seconda parte, il 5 febbraio 1716, la compagnia di José Garcés ripropone nel Príncipe, a un anno di distanza, la prima parte. Il fatto si ripete due anni dopo: la rappresentazione della terza parte -che comincia l'11 febbraio- è preceduta, tra la fine di gennaio e i primi del mese successivo, dalla seconda.

Le prime due parti si trovano rappresentate più spesso in coppia (gennaio 1723, ottobre-novembre 1732, gennaio 1754, gennaio-febbraio 1768, febbraio-marzo 1772 e dicembre 1780), con minor frequenza anche la seconda e la terza (alla fine dell'annata teatrale 1741) e la terza e la quarta (gennaio-febbraio 1724, maggio-giugno 1769). Il ciclo diventa più articolato nel presentarsi con le prime tre parti recitate tra il novembre del 1729 e il carnevale del '30 e, più avanti, tra il carnevale e la fine della prima temporada del 1772.

Ho riscontrato un solo ciclo con le prime quattro commedie (dal 29 novembre '37 al 18 gennaio '38) e nessuno con tutte e cinque. In verità la quinta parte, con solo tre rappresentazioni in totale, fu la meno fortunata non solo nell'ambito della serie, ma nel complesso generale della produzione teatrale del secolo.

La peculiaritá di El mágico de Salerno non si ripete negli altri raggruppamenti di commedie. Quelle del Don Juan de Espina si danno in successione solo una volta (novembre 1714); la compagnia: di J. Parra ricorre poi, nel carnevale del '52, all'espediente inedito di mandarle in scena a giorni alterni. Anche El anillo de Giges conosce un solo vero e proprio ciclo tra l'inizio di novembre e la fine dell'anno 1791, stavolta alternandosi le compagnie. Per la prima volta, inoltre, negli stessi giorni (dal 24 maggio al 13 giugno1749) si danno in contemporanea due parti di una stessa serie: la seconda sotto la direzione di San Miguel, la quarta sotto quella di Parra14. La serie di Marta non presenta cicli; vi è solo una replica della Prima commedia, dopo ben ventitré anni, nel periodo precedente l'estreno della Seconda. Per il resto le commedie hanno una loro vita individuale molto autonoma, con una forte differenza nel numero totale di rappresentazioni nel corso del secolo.

Premessa ancora una volta l'impossibilità di formulare giudizi categorici a causa della lacunosità dei documenti per parecchie annate e dell'imprecisione con cui a volte sono indicati i titoli in questi stessi, pur tuttavia si possono dedurre altri dati interessanti.

Nell'arco delle nove decadi esaminate la commedia più replicata risulta essere El mágico de Salerno 2.a parte (17 allestimenti), seguita dalla Prima parte (15), da Marta la Romarantina 1.a parte e da El anillo de Giges 2.a parte (12), da El mágico de Salerno 3.a parte (11) e dalle due del Don Juan de Espina (10 ciascuna).

In base alla durata di cartello per singola rappresentazione, si riscontrano punte massime per Marta 1.a (25 giorni in occasione del carnevale del 1745)15, El mágico de Serván (24 giorni nell'estreno del Natale 1781) e poi El mágico de Salerno 2.a e 4.a, El anillo de Giges 2.a, Marta 2.a (21 giorni) e El mágico de Salerno 1.a e El anillo di Giges 1.a (20 giorni).

La media di durata di cartello in giorni è anch'essa alta. El mágico de Serván conosce una media di 22 giorni, El anillo de Giges 4.a ne ha una di 20 giorni; la prima della stessa serie, assieme alla seconda e alla quarta di Marta oscilla sui 14/15 giorni; seguono El espíritu foleto, El mágico Apolonio, El mágico de Salerno 4.a, El anillo de Giges 3.a con 13 giorni; El anillo de Giges 2.a, Marta 1.a e Marta aparente con 11 giorni; con 10 El mágico de Salerno 2.a, 3.a e 5.a El mágico africano, Brancanelo el herrero e le due parti del Don Juan de Espina.

La media di durata di cartello di una comedia de magia supera, quindi, gli undici giorni. Si tratta, pertanto, di una media altissima se rapportata ai quattro o cinque giorni di una commedia sencilla.

Non mi sono cimentata nell'esame capillare del ricavato quotidiano dei due teatri al fine di comprovare, cifre alla mano, l'esatta portata commerciale delle commedie. Rimando a quanto in questo campo è stato coraggiosamente fatto, per determinati anni, da R. Andioc16. Premesso che uno studio di questo tipo riuscirebbe comunque incompleto, data la mancanza di documenti per parecchie annate, è pur vero che esso avrebbe validità scientifica solo e quando effettuato per piccoli campioni e alla luce non solo di un indubbio confronto con il resto della produzione teatrale del secolo, ma anche di un'esatta visione politica, economica e sociale dello stesso. Impresa ardua sotto entrambi gli aspetti, -allo stadio in cui si trovano oggi gli studi relativi alla prima metà del secolo- e che, in ogni modo, esulerebbe dai limiti e dalle intenzioni del presente lavoro. Ma in ogni caso la relatività dei dati riscontrati sarebbe rilevante, essendo le cifre totali il risultato di un rapporto di voci non sempre fisse o prevedibili. Si consideri, ad esempio, il caso di un «teatro» che venisse a costare molto o più del previsto di contro ad una frequenza di pubblico che non rispondesse con proporzionale presenza. È risaputo che in tali casi si soleva sostituire immediatamente la commedia, riproponendone un'altra di accertato gusto. È altrettanto risaputo che eventi esterni alla vita teatrale intesa come rapporto istituzione-compagnia-opera-pubblico, potevano momentaneamente interrompere le repliche di una pieza, compromettendone il successo. Sono altrettanto noti gli arresti in questo tipo di attività dovuti a calamità, problemi atmosferici, chiusura di uno dei teatri, malattie di attori importanti, fatti tutti che impediscono una valutazione dell'effettiva tenuta di cassa anche in periodo molto limitato17.

Infine, e alla luce di quanto finora premesso, ricordo che i dati sulla rappresentazione delle comedias de magia riportati nel catalogo si riferiscono solo a quei titoli di commedie effettivamente riscontrati nei documenti. Eventuali note esplicative accompagnano i casi di «assenza» piú rilevanti.

In rarissimi casi negli incartamenti non viene specificata la parte della commedia rapresentata (p. e. in Duendes son alcahuetes e El asombro de Jerez). In mancanza di altro tipo di supporto bibliografico che potesse venirmi incontro, l'ho interpretata come prima parte, basandomi soprattutto sulla popolarità di cui in linea di massima godevano le commedie che iniziavano una serie e che facevano ritenere ovvio al poco diligente contador di quel giorno che si trattasse di quella ben nota parte e non di un'altra.

I titoli (intricata selva di titoli!)18 sono dati in ordine alfabetico privilegiando il titolo piú «classico» e chiarificatore rispetto al sottotitolo forse piú noto. Quest'ultimo viene comunque riportato, con un richiamo che rinvia al primo.





 
Indice