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51

Ho appena bisogno di ricordare che la teoria del Lacrimami è inoperante quando il testo sia stato rimaneggiato durante la trasmissione, cioè quando si sia di fronte a vere e proprie tradizioni che non è lecito mescolare.

 

52

Oggettività-soggettività, che costituisce «l'eterno circolo e paradosso della critica testuale», come sottolinea Contini: infatti «errori predicati certi servono a decidere l'erroneità di varianti di per sé indifferenti: un giudizio non soggettivo si fonda sopra un'evidenza iniziale, che, fuor di casi particolarmente grossi, è o rischia di essere soggettiva. Per sfuggire al corto circuito occorre non stancarsi di discernere l'errore sicuro e la variante adiafora» (G. CONTINI, Ver l'edizione critica di Jacopone, in Rass, LVII, 1953, p. 313).

 

53

HEKZOG, Introduzione cit., p. 15.

 

54

Gli usi metrici della commedia barocca e di Vélez in particolare non mi pare abbiano goduto di una adeguata attenzione da parte di Herzog; ad esempio a p. 16 egli giudica «versos incorrectos en D» cinque luoghi (vv. 690, 728, 964, 1217, 1432) di cui tre riproducono invece abitudini metriche molto correnti in Vélez: iato una / alma (v. 690), dieresi quien (v. 964), e scansione casesé (in rima con , v. 1423). Il v. 1217, poi, richiede di essere emendato anche per il senso in «grandes consejos».

 

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56

BININGER-LANDEIRA, Introduzione alla ed. cit., p. 15. Dò le collocazioni che gli editori omettono: Parigi [Yg. 1465]; Parma [CC * IV 28033, vol. XLVII]. Noterò che la stampa di Parma è del sec. XVII, di 16 ff. numerati sul recto da 1 a 16 (omessa la numerazione ai ff. 2 e 3); segnature 2+2 A-D; alla fine una vignetta raffigurante S. Antonio Abate.

 

57

Per questo estremamente ingenua risulta la nota a p. 77, che rimanda per la citazione di Marsilio «rey moro de Zaragoza», alla Chanson de Roland: si tratta di un luogo comune ormai, che non ha più bisogno di riferifflenti.tento precisi: un Marsilio «famoso rey / de la insigne Zaragoza» è lo stilizzato pretendente di Urraca negli Hijos de la Barbuda (vv. 844-845): «Por fama de tu belleza / Marsilio abrasado vive, / Rey de Zaragoza noble, / que con ella se te rinde» (vv. 620-23); e per antonomasia «Marsilios y Almanzores» indicano i tradizionali nemici dei cristiani mell'Amor en vizcaíno, ed. Profeti, v. 1958; ed ancora vedi: «[...] cuyo valor invencible / en Arlança reconocen / los alcaladinos Tarfes, / cordoveses Almançores, / toledanos Alvayaldos, / navarros Alimaimones, / aragoneses Marsilios, / granadinos Rodamontes», La montañesa de Asturias, vv. 1010-17.

 

58

E vedi PROFETI, Note critiche sull'opera di Vélez de Guevara, cit., pp. 63-69 sulla dottrina della monarchia e del re in Vélez.

 

59

Cfr. vv. 155, 2058, 2202, 536-540, con Virtudes vencen señales, v. 2801 (e nota relativa), e con El amor en vizcaíno, vv. 354 e 992 (e note relative). Non registro poi forme come «Estoy sin mi», v. 561, per le quali la preferenza di Vélez è ben conosciuta.

 

60

Qui c'è da notare che si indica nel testo la correzione, ma non si riporta in apparato la lezione della suelta: «El». Qualcosa di analogo accade al v. 1884, dove l'apparato ha una indicazione errata (la suelta dice: «junto aquella»): anche in questo ultimo caso la correzione è innecessaria. Altre errate in apparato e correzioni superflue: v. 969, manca in apparato la lezione della suelta, che è «eternize», lezione regolarissima, che gli editori indebitamente emendano (il verbo è accordato al singolare con uno dei due soggetti); v. 2019: omessa la lezione della suelta «pide la», ed innecessaria la integrazione «a»; v. 2119: omessa la lezione della suelta «y», innecessaria la correzione «Yo»; v. 2130: errata l'indicazione in apparato (la suelta legge «que hombre que nunca se calza»), ingiustificato l'emendamento degli editori «que el hombre que [no] se calza». Eccessi di zelo si verificano al v. 706, dove la suelta, sia pure con poca chiarezza, legge «solas» (e non «soias»); ed al v. 2274 dove la suelta dice regolarmente «al» e non «el» come pare agli editori: avranno forse letto da un microfilm difettoso? Ancora un errore in apparato: a p. 118 la errata indicazione della suelta «Cnod» (in luogo di «Cond») si verifica davanti al verso 1595 e non davanti al 1591. A proposito di errori ne noterò alcuni che disturbano nella lettura, come i vv. 1200-1201, che sono stati invertiti nella stampa; o il v. 1613, dove manca l'accento su «Detente»; o il v. 114, che legge «con» in luogo di «son»; o al v. 2157 «Aqué» in luogo di «Aquí». Ricordo alcune interpunzioni difettose: v. 173, «mundo (,)»; 480: «Valiente (,)»; la mancata indicazione dell'inizio della redondilla al v. 369; o la numerazione che salta da 2225 a 2255.