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41

Dal Prólogo a Obras Completas de D. Ángel de Saavedra, Duque de Rivas, Barcelona, Montaner y Simón, 1885, II, p. V.

 

42

Nel 1841, egli, ritornando sulla sua tesi prediletta di un teatro nazionale condotto sulla falsariga di quello barocco, riconosce che quest'aspirazione già s'è realizzata in gran parte in Carlos II el Hechizado, Doña María de Molina, Los Amantes de Teruel, Rosmunda (di Gil y Zárate), Fernando el Emplazado, Bárbara Blomberg (di Escosura), Don Álvaro, El Trovador. V. Análisis crítico del drama de Tirso de Molina intitulado El Condenado por desconfiado, in Rev. de Madrid, 3ª serie, t. II, 1841, p. 109 sgg.; ripubblicato in B. A. E. V (col titolo Examen de El Condenado por desconfiado), p. 720 sgg., donde sono tratte le citazioni. Il passo ora citato trovasi a p. 724.

 

43

V. A. BALLESTEROS Y BERETTA, Historia de España y su influencia en la historia universal, VII, Barcelona, Salvat, 1934, p. 223.

 

44

V. JURETSCHKE, Lista, cit., p. 131.

 

45

Oltre all'esplicita dichiarazione di Durán, di cui si fa cenno più sotto, abbiamo l'interessante testimonianza in questo senso dell'accademico Cutanda, il quale afferma che il critico riconosceva d'aver tratto l'abito al raziocinio dalla costante lettura di Aristotele e Platone. (V. F. CUTANDA, Breves frases a la memoria del Excmo. Sr. D. Agustín Durán, in Mem. de la Acad. Esp, I, 1, Madrid, 1870 [discorso pronunziato nella seduta del 5-12-1862], p. 584). La sua iniziazione al classicismo dovette avvenire, oltre che nel Seminario di Vergara, dove compì i primi studi, nella tertulia di Quintana che egli frequentò giovinetto in compagnia del padre, dove anzi, stando alle parole di Hartzenbusch, prese amore alle lettere (v. Mem. de la Acad. esp. de los años 1863 y 1864, Madrid, Rivadeneyra, 1871, p. 12; discorso dell'11-1-1863). Sappiamo inoltre che rimase in contatto con i più illustri rappresentanti del classicismo, come lo stesso Quintana, Moratín, Gallardo, contatto di cui fanno testimonianza alcune delle lettere raccolte dal Sáinz Rodríguez nell'opera citata.

 

46

Non ci soffermiamo sulla questione, molto nota e puntualizzata particolarmente in alcune pagine di F. COURTNEY TARR, Romanticism in Spain and Spanish Romanticism, cit., p. 6 sg., e di JURETSCHKE, Lista, cit., p. 277 sgg.

 

47

Poética de DON FRANCISCO MARTÍNEZ DE LA ROSA, Palma, Gelabert, 1843, Canto V, p. 66. Analogamente nell'Apéndice riconosce alle antiche commedie aquel no sé qué, más poderoso a veces que la beldad misma y que prenda y cautiva (che in realtà era la vera bellezza, anche se non rientrava nei suoi schemi), mentre certi drammi stranieri, perfetti e regolari, lascian freddi (v. Obras completas, Londres, Bagster, 1838, t. II, p. 445).

 

48

Sulle posizioni di Lista v. l'ampio saggio del JURETSCHKE, cit., in particolare a p. 272 sgg. (sulle unità, v. p. 286). Ad esso rimandiamo anche per una moderna interpretazione delle posizioni assunte dal classicismo spagnolo nei confronti del teatro secentesco (l. cit.; v. pure p. 225 sgg.).

 

49

La copia suaccennata si trova presso la Biblioteca Nacional di Madrid. P. SÁINZ RODRÍGUEZ (Estudios sobre la crítica literaria en España. Don Bartolomé José Gallardo y la crítica literaria de su tiempo, R. H., LI, 1921, n. 119, p. 379) riporta un altro appunto autografo di Durán, trovato fra le sue carte nella stessa Biblioteca Nacional, del medesimo tenore della nota surriferita, talvolta con espressioni identiche, talaltra con qualche variante non sostanziale.

 

50

Prólogo al Romancero, in B. A. E., X, p. V.