Selecciona una palabra y presiona la tecla d para obtener su definición.
 

281

Solo nell'epica Oda XXXIII: La creación o la obra de los seis días (J. MELÉNDEZ VALDÉS, Poesías, pp. 245-248) c'è un breve cenno alla Redenzione («a su mismo Autor mi carne unida») e a Cristo (il «Deseado») ma si può osservare che l'ode è un tentativo epico di specifica imitazione biblica e che d'altra parte il cenno non è sviluppato, anzi è seguito da una generica lode di Dio, visto nella sublimità della sua creazione. (N. del A.)

 

282

Unico esempio di una poesia che contiene un esplicito riferimento a un Sacramento (la Comunione) è l'Oda a Delio, por su excelente y devotísimo Sermón del Sacramento (J. MELÉNDEZ VALDÉS, Poesías, p. 248), componimento chiaramente occasionale, rivolto a un frate e del resto mai pubblicato dal poeta. (N. del A.)

 

283

Il Demerson di fronte a taluni di questi appellativi s'è posto la domanda se Meléndez Valdés appartenesse a qualche loggia massonica ma le ricerche in questa direzione hanno dato esito negativo (G. DEMERSON, op. cit., pp. 347-350). (N. del A.)

 

284

J. MELÉNDEZ VALDÉS, Poesías, pp. 226-227. (N. del A.)

 

285

A. FORCIONE, Meléndez Valdés and the Essay on Man in «Hispanic Review», XXXIV, 1966, pp. 291-306. Il lavoro del Forcione supera una precedente interpretazione che collegava il testo di Meléndez a Pascal (G. M. FESS, Meléndez Valdés «Vanidad de las quejas del hombre contra su hacedor» and the Pensée de Pascal in «Modern Language Notes», XXXIX, 1924, pp. 282-284). (N. del A.)

 

286

Fra le più significative: una certa reticenza di Meléndez Valdés a seguire fino in fondo Pope nelle sue argomentazioni intorno al concetto dell'uomo che «serve» le altre creature che formano gli anelli della grande catena degli esseri (A. FORCIONE, op. cit., p. 300); il fatto che, a differenza di Pope, Meléndez Valdés non trae dal suddetto concetto argomenti per sostenere la necessaria differenziazione degli uomini in classi e gradi distinti (ibid., p. 303) (rivelando -aggiungiamo noi- le sue tendenze umanitarie ed egualitarie); l'assenza in Meléndez Valdés del concetto di «amore di sé stesso» come principio dell'amore sociale, sostituito dal concetto di «comun amor» (ibid., p. 304). (N. del A.)

 

287

J. MELÉNDEZ VALDÉS, Poesías, p. 218. (N. del A.)

 

288

J. J. ROUSSEAU, Emile ou de l'éducation, ed. F. et P. RICHARD, Paris, 1957, p. 332. (Si tratta della Profesion de foi du Vicaire savoyard). (N. del A.)

 

289

J. J. ROUSSEAU, Ibid., p. 335: «Pénétré de mon insuffisance, je ne raisonnerai jamais sur la nature de Dieu, que je n'y sois forcé par le sentiment de ses rapports avec moi. Ces raisonnements son toujours téméraires; un homme sage ne doit s'y livrer qu'en tremblant». (N. del A.)

 

290

Su questo concetto di Dio uguale per tutti e scoperto da tutti nella legge naturale su cui la religione si fonda, cfr. VOLTAIRE, Poème sur la loi naturelle, I, in Mélanges, ed. J. VAN DE HEUVEL, Paris, 1961, pp. 275-277, ove fra l'altro sono ricordate fra le creature di Dio cui giunge eguale il suo messaggio, come nell'ode melendeziana, il tartaro, il lappone, il negro. (N. del A.)