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401

Il che è affine a altre ricerche del tempo: si consideri ad esempio il tentativo teatrale di Jovellanos, El delincuente honrado, che deriva dalla comédie larmoyante e si osservino dello stesso Jovellanos le idee linguistiche: G.M. JOVELLANOS, Memorias sobre educación pública, in Obras, in B.A.E., XLVI, p. 247. Quanto a Meléndez, ci sembra che in questo gusto del patetico rientrino anche i due Romances de Doña Elvira (in Poesías, pp. 156-158) che in genere sono presi come esempi del «romanticismo» melendeziano: direi che l'evocazione del passato e il gusto dell'evasione verso di esso che sono dominanti nel romanticismo qui sono assenti e invece l'autore si sofferma su una minuta e sottile rappresentazione degli affetti. (N. del A.)

 

402

P. SALINAS, op. cit., p. XLV. (N. del A.)

 

403

Per caratterizzare l'atteggiamento di Meléndez Valdés e di Jovellanos, il Castro parla di una sensibilità che non rompe «los moldes de la razón» e che piú che prodotto dell'emozione è «el resultado de reflexionar sobre las emociones» (A. CASTRO, Algunos aspectos del siglo XVIII, in Lengua, enseñanza y literatura, Madrid, 1924, p. 330). (N. del A.)

 

404

Tra le varie attestazioni dell'epoca in questo senso ci piace ricordare soprattutto una testimonianza poetica: A. LISTA, En loor de J. Meléndez Valdés, restaurador de la poesía española en el siglo XVIII, in Poetas líricos del siglo XVIII, III, in B.A.E., LXVII, pp. 289-290. (N. del A.)

 

405

Come esempio della inattendibilità di certe ricerche stilistiche che si basano su incomplete e imprecise cognizioni storiografiche e pur pretendono arrivare a conclusioni critiche storico-estetiche, citeremo il seguente saggio: G. SOBEJANO, El epíteto en la lírica española, Madrid, 1956. Nella sezione dedicata a Meléndez Valdés (pp. 350-363) l'analisi è condotta sulla base di un testo limitato quale la parziale e discutibile scelta antologica del Salinas (l'antologia dei Clásicos castellanos). Partendo poi dalla premessa che in Meléndez Valdés convergono il neoclasicismo, il sensualismo siglo XVIII e un romanticismo de manera más que de corazón (p. 353), si studiano gli epiteti come provenienti da queste tre sorgenti tanto approssimat i vamente definite, per concludere con una sostanziale negazione della originalità di Meléndez Valdés, autore di un'opera che avrebbe piú valore storico che personale e poetico ma che comunque sintetizze rebbe il secolo. (N. del A.)

 

406

JUAN MELÉNDEZ VALDÉS, Advertencia al frente de la edición de Valladolid (1797) cit., p. 88: «La república de las letras debe serlo de hermanos; en su extensión immensa todos pueden enriquecerse y si sus miembros conocen un día lo que verdaderamente les conviene, intimamente unidos en trabajos y voluntades, adelantarán más en sus nobles empresas y lograrán de todos el aprecio y el influjo que deben darles su instrucción y sus luces». (N. del A.)

 

407

A maggior chiarimento del nostro giudizio attorno a questo concetto storiografico, aggiungeremo che il termine preromanticismo potrebbe essere tollerato, anche se improprio, come termine convenzionale, come del resto è avvenuto per molti termini inizialmente solo polemici e persino dispregiativi (es. gotico, barocco, decadentismo) divenuti poi semplicemente indicativi di specifiche realtà storico-culturali. Senonché, poiché crediamo che lo storico abbia il dovere di servirsi quanto piú possibile di una terminologia corretta per indicare la realtà della storia che è l'oggetto della sua ricerca, ci sembra, nel caso specifico, di dover impugnare un termine che finisce col privare un'epoca del suo specifico significato storico. Relativamente al suo uso nella letteratura spagnola, esso suscita troppe perplessità di cui si rendono conto anche alcuni critici spagnoli. Scrive il Montesinos: «Quizá fuera lo mejor zafarse de ese terminacho algo embarazoso de pre-romanticismo e inventar denominación más exacta. Entre otras cosas porque la usual induce a creer que el romanticismo es algo así como un pre-romanticismo salido de madre, y no es eso. Se trata de dos tendencias diferentes en muchas cosas, que sólo tienen de común ciertos temas y la voluptuosidad de las lágrimas». (J. F. MONTESINOS, Reseña a las Noches lúgubres de Cadalso, ed. por E.F. HELMAN in «Nueva Revista de Filología Hispánica», VIII, 1954, pp. 87-91). (N. del A.)

 

408

Cfr. G. NATOLI, La crisi della poesia e i minores dell'età voltairiana, in Figure e problemi della cultura francese, Messina, 1956, pp. 249-293. (N. del A.)

 

409

P. HAZARD, La pensée européenne cit., p. 91: «On entrevoit ici, comme une nouveauté qui ne s'est pas encore inscrite dans l'histoire, et pour parler le language du temps, un Christianisme "eclairé"». (N. del A.)

 

410

P. PEÑALVER Simó, Modernidad tradicional en el pensamiento de Jovellanos, Sevilla, 1953; L. SÁNCHEZ AGESTA, El pensamiento político del despotismo ilustrado, Madrid, 1953; V. RODRÍGUEZ CASADO, El intento español de Ilustración cristiana in «Estudios Americanos», IX, 1955, pp. 141-169. (N. del A.)