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A. SÁNCHEZ SÁNCHEZ SERRANO, M.ª R. PRIETO DE LA IGLESIA, Fernando de Rojas y «La Celestina», Prologo a cura di J. T. Snow, Barcelona, Teide, 1991, pp. VI+170, col. «El escritor y su literatura», 4 (ISBN 84-307-8454-3).

 

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Cfr. in proposito G. SIEBENMANN, Estado presente de los estudios celestinescos, in «Vox Romanica», 34 (1975), pp. 160-212.

 

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Cfr. F. CANTALAPIEDRA EROSTARBE, Lectura semiótico-formal de LC, Reichenberger, Kassel, 1988 («Problemata Semiotica», VIII).

 

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Anteriormente al volume qui recensito, gli AA. hanno pubblicato numerosi saggi sull'argomento, lavorando dapprima isolatamente e un po' in sordina (cfr. il volume a firma congiunta, Solución razonada para las principales incógnitas de «la Celestina», Madrid, Gráficas Breogán, 1971 - edición de los Autores-, pp. 121, di cui scarna notizia è data da J. T. SNOW nel suo Celestina by Fernando de Rojas: an annotated bibliography of world interest (1930-1985), Madison, The Hispanic Seminary of Medieval Studies, 1985, p. 59); poi, pian piano hanno affrontato un pubblico sempre più vasto, presentando il proprio lavoro all'Università (cfr. del solo A. SÁNCHEZ SÁNCHEZ SERRANO, Mensaje de «La Celestina»: análisis de un proceso de comunicación diferida, Tesis Doctoral Univ. Complutense, Madrid 1985, poi edita ivi 1988; cfr. le recensioni di J. T. SNOW in «Celestinesca», 12.2, otoño 1988, pp. 100-101 e di D. S. SEVERIN in «Bulletin of Hispanic Studies», LXVIII, 1991, pp. 313-314), o, ancora, sintetizzandolo a vari Congressi (cfr. ad es. M.ª R. PRIETO DE LA IGLESIA, Las piezas preliminares de LC: un mensaje comunicacional e A. SÁNCHEZ SÁNCHEZ SERRANO, Diálogos interpolados o refundidos en la «Comedia de Calisto y Melibea», in Actas del III Congreso de la Asociación Hispánica de Literatura Medieval (Salamanca, 3 al 6 de octubre de 1989), Salamanca 1994, II, pp. 797-803 e 805-812 rispettivamente), o anche in articoli di rivista (cfr. il lavoro a firma congiunta Fernando de Rojas acabó la Comedia de Calisto y Melibea, in «Revista de Literatura», LI.101, 1989, pp. 21-54; cfr. la recensione in «Celestinesca», 13.2, nov. 1989, p. 96). Come si è detto, nel volume qui recensito gli AA. riprendono argomenti abbondantemente addotti nei lavori precedenti, anche se va riconosciuto che nella nuova formulazione si apprezza una migliore articolazione del pensiero, una maggiore chiarezza nell'esposizione e un ormai acquisito bagaglio di letture. Peraltro va segnalato che il volume, appena uscito, ha avuto numerose recensioni, tra cui: J. T, SNOW in «Celestinesca», 15.2 (nov. 1992), p. 95; R. M. PUÑOL, in «La Vanguardia» (Barcelona), 10-VIII-1991, sez. Páginas de cultura; H. MOLERO, in «El Independiente» (Madrid), 12-VIII-1991, p. 30; C. OTERO, in «El Periódico» (Barcelona), 21-VIII-1991, p. 27; [Anon.], in «ABC literario», 19-X-1991, p. XV. Anche posteriormente si sono avute varie segnalazioni e recensioni: cfr. J. ESTRUCH TOBELLA, Los tres autores de LC, en «El Observador» (Barcelona), 14-V-1992, sez. Filología, p. IV; J. M.ª BALCELLS, in «El Norte de Castilla» (Valladolid), 15-2-1992, sez. Letras, p. II (quest'ultimo recensore è anche il Direttore della collana «El escritor y su literatura» della ed. Teide che accoglie lo studio degli AA.; infine I. A. CORFIS, in «La corónica», 23.1 (Fall 1994-95), pp. 97-99.

 

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Dopo aver enunciato con chiarezza i complessi problemi che offre il testo (Introducción, pp. 3-9), gli autori nel primo ampio capitolo (Fernando de Rojas y la autoría de LC, pp. 13-62) illustrano la loro tesi principale (specie a partire da p. 26). Negli altri due capitoli invece offrono materiali di supporto all'idea centrale (così nel secondo, Diálogos, tramas y problemas de la Comedia de Calisto y Melibea, pp. 63-126, ove affrontano le «incongruenze» logiche del testo, e nel terzo, Adiciones, supresiones y sustituciones de la Tragicomedia, pp. 127-158, ove esaminano come avvengono i ritocchi). Assente una conclusione, segue poi la Bibliografía, pp. 159-167, limitata a quella specifica su genesi e paternità del testo e non priva di carenze e qualche svista (così, ad esempio, tra le edd. facs. non è indicata quella di L, Libro de Calisto y Melibea y de la puta vieja Celestina, ed. a cura di A. Pérez Gómez, Valencia 1958 «La fonte que mana y corre»; né tra le edd. che riportano le varianti di redazione è indicata quella di Fritz Holle, Calisto e Melibea, s.i.t. ma Strasburgo 1911; si omettono anche numerosi studi sui problemi critico-testuali de LC ed è citata due volte l'edizione di P. Bohigas, Barcelona 1952, alle pp. 160 e 163). Chiude il volume un Indice dei capitoli e sottocapitoli e lo corredano varie illustrazioni (in tutto 9 facsimili, ma manca un indice). A porgere il libro al lettore è un benevolo e ben dosato Prologo di Joseph Snow (pp. III-VI).

 

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Ma non si dimentichi che già Foulché Delbosc aveva notato la contraddizione tra l'anonimato che si dichiara di voler mantenere nella lettera e la rivelazione del nome negli Acrostici; cfr. R. FOULCHÉ DELBOSC, Observations sur LC, in «Revue Hispanique», 7 (1900), pp. 28-80, 9 (1902), pp. 171-199 e 78 (1930), pp. 545-599.

 

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Si ascrive infatti a Pleberio l'opposizione agli amori dei due giovani, e si scarta l'ipotesi del rifiuto «cortese» di Melibea che avrebbe quindi corrisposto Calisto ancor prima del loro incontro nella scena d'apertura.

 

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L'età è quella che Gilman suppone avesse Rojas nel 1499, data di pubblicazione della Comedia. Per le ricchezze da questi possedute gli AA. pure si basano sui dati addotti da S. GILMAN, The Spain of Fernando de Rojas: The Intellectual and Social Landscape of LC, Princeton, Princeton U. P., 1972 (trad. sp. La España de F. de Rojas: Panorama intelectual y social de LC, Madrid, Taurus, 1978).

 

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Manoscritto che spiegherebbe il riferimento al segno della «cruz» (mai ritrovata in nessuna stampa) a indicare il punto in cui s'interrompe il testo del primo autore, vale a dire la fine del Iº Atto: cfr. infatti quel che si legge nella parte finale della lettera dedicatoria, secondo la redazione della Comedia: «e por que conozcáis dónde comiençan mis mal doladas razones e acaban las del antiguo auctor: en la margen hallaréis una cruz: e es en fin de la primera cena. Vale». La Tragicomedia corregge: «... mis mal doladas razones acordé que todo lo del antiguo autor: fuesse sin división en un auto: o cena incluso hasta el segundo auto donde dize. Hermanos míos. etc. Vale» (cito dal primo testimone della Comedia, Toledo 1500, mancando i Materiali Preliminari in Burgos 1499; modernizzo u/v e inserisco accenti, mentre mantengo la punteggiatura dell'originale; per le varianti redazionali della Tragicomedia cito da Valencia 1514, mancando queste parti del testo in Zaragoza 1507).

 

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Secondo gli AA. Rojas avrebbe omesso un'intero primo incontro tra Calisto e Celestina in cui sarebbe stato l'amante stesso ad esporre alla ruffiana il suo problema.

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