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21

Ibídem, a. III, vv. 142-144, p. 121.

 

22

Ibídem, a. III, v. 154, p. 121.

 

23

Ibídem, a. III, vv. 252-255, p. 124.

 

24

Ibídem, a. III, vv. 270-271 y 274-275, p. 125.

 

25

Ibídem, a. III, vv. 361-362, p. 127.

 

26

Ibídem, a. III, vv. 826, p. 139.

 

27

Ibídem, Prólogo, vv. 36-38, p. 27.

 

28

Obsérvese lo que afirma Giraldi Cinzio en su Lettera intorno al comporre delle commedie e delle tragedie a Giulio Ponzio Ponzoni (ed. Milán, 1864, ed. facsímil, Forni, Bolonia, 1975), II, p. 120: «Volentieri vengono a quella terribile e lacrimevole azione, se acconciamente ella è condotta sulla scena. E cercando io tra me la cagione di ciò, mi son risoluto che la tragedia ha anco il suo diletto, e in quel pianto si scopre un nascosto piacere che il fa dilettevole a chi empie di meraviglia, la quale gli fa bramosi di apparare, col mezzo dell'orrore e della compassione, quello che non sanno, cioè di fuggire il vizio e di seguir la virtù».

 

29

Particularmente significativos son la estructuración de la tragedia en tres y no en cinco actos, el respeto parcial de las unidades (sólo en el interior de cada acto) y, sobre todo, la polimetría frente al uso italiano del endecasílabo suelto.

 

30

Para un acercamiento de tal crisis a la categoría del manierismo (en su acepción histórico-cultural y no meramente estilística), véase Marco Ariani, Tra clasicismo e manierismo, Florencia, 1974.

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