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Una collezione di commedie di Lope de Vega Carpio

Antonio Restori



All'Exc.mo Signore
don Marcellino Menéndez y Pelayo

Illustre Signore ed Amico,

Questa breve notizia di una importante collezione di commedie del grande fénix de los ingenios, compare in una occasione molto favorevole. La tanto benemerita Accademia di Spagna ha intrapreso la pubblicazione delle opere di Lope de Vega: splendida pubblicazione e monumento degno del grande poeta e dell'illustre Instituto. È dunque dovere di tutti gli affezionati alla letteratura spagnuola segnalare tutto ciò che di Lope si conserva nelle biblioteche straniere e portare il proprio umile, ma non inutile contributo all'esecuzione di così grandiosa opera.

Io poi non seppi resistere al desiderio di indirizzare questo mio studio, per quanto modesto, al Vostro nome; a ciò mosso dalla grandissima stima della vostra dottrina e dalla riconoscenza delle molte bontà e cortesie che ho ricevuto da Voi. Ed è per me un motivo di legittimo orgoglio che Voi abbiate accettato questa dedica con la consueta Vostra benevolenza.





Come Voi sapete, la biblioteca Palatina di Parma è molto ricca di commedie sueltas e manoscritte spagnuole. Io ho già avuto occasione di segnalare al pubblico una voluminosa collezione di commedie de diferentes autores, in 87 tomi, ricca di pregevoli novità1. Questa collezione, come pure quella di Lope, fu portata a Parma, insieme con molte altre cose, da Filippo, figlio del re Filippo V Borbone, quando venne nel 1748 a prendere possesso del Ducato parmense. Le prove di ciò le diedi nello studio or citato e stimo qui inutile ripeterle.

La collezione parmense delle commedie di Lope de Vega comprende, tra stampate e manoscritte, più di quattrocento commedie ripartite in quarantasette volumi. La descrizione ne sarà il più possibilmente breve, perché io non noterò se non quello che non si trova nelle due grandiose opere dell'illustre Barrera, cioè il Catálogo del teatro antiguo español (1860) e la Nueva Biografía de Lope de Vega (1890) pubblicata a cura della Real Academia2.

Passiamo dapprima in rassegna le stampe, indi i manoscritti. Delle parti venticinque della collezione speciale di Lope, la biblioteca parmense possiede le seguenti3:

III. Parte primera. Valladolid, 1609. (Cat. p. 438; NB p. 132-33) «Esta edición, dice il Barrera in entrambi i luoghi, no contiene Loas, pero si doce Entremeses en prosa». L'esemplare parmense ha non solo i 12 Entremeses ma anche 10 Loas che occupano le prime 9 pagine del volume, numerate, cominciando solamente a pagina 10 la Comedia de los donayres de Matico. Io non so se fosse incompleto l'esemplare visto dal Barrera, o se si tratti di due edizioni diverse uscite nello stesso anno a Valladolid4. Nessuna di queste loas è catalogata dal Barrera nel suo indice di loas humanas (Cat. p. 603); i primi versi di ciascuna sono:

  • Si supieren a que salgo.
  • Todas las cosas pequeñas.
  • Vemos con lobregas nubes.
  • Aunque suele suceder.
  • Dos çagales moçaluillos.
  • Quien dize que las mugeres. (loa a 2 personaggi)
  • Silencio vengo a pedir.
  • Sobre una mesa de murtas.
  • A gran saya gran muger.
  • Reboluiendo cierto dia.

È pure inesatto il dire che tutti i 12 Entremeses sono in prosa; il primo, Melisendra (parodia del ciclo carolingio) è tutto in poesia, diviso in due giornate e preceduto da una Loa muy graciosa, veramente graziosa, in sei quintillas. Ciò ho notato per esattezza bibliografica, perchè del resto né gli Entremeses né le Loas sono opera di Lope.

Di questa Primera parte la edizione di Valencia 1605 non è del Luger o Lutger (come dice il Barrera, seguendo il Labouchère) ma del Leget5. E l'edizione di Milano è del tipografo Giovan Battista Bidelli dell'anno 1619 come asserì il Labouchère, e non del 1617 come disse il barone Schack6. Ho esaminato entrambi questi rari libri alla Braidense di Milano.

IV. Quarta parte- Madrid 1614. (Cat. p. 439 e NB. p. 213).

Quinta parte- Si crede che non esista, e come tale è citato il libro: Flor de las comedias, compilato da Francesco de Avila nel 1615 (Cat. p. 425 e 681: NB. p. 232). Ma il Fajardo accennò a una dubbiosa Parte quinta edita a Siviglia. Io poi ho già notato7 che un esemplare parmense del Flor de las comedias, porta manoscritto questo frontispizio: «Elfenix | de España | Lope de Vega . Carpio | Familiar del | Santo Officio. | Quinta Parte. | Dirigidas | A don Marcos Matheo Palacios | Cauallero Aragones | — Con PrivilegioEn Madrid | Por la viuda de Alonso Martin | Año 1616 | A costa de Tomas de Alfay | Mercader de Libros». Questo frontispizio è molto improbabile che fosse inventato completamente. È invece credibile che esso sia stato copiato da una edizione che è andata perduta. Notisi che tutte le circostanze ivi notate sono verosimili. La famiglia Palacios è nota: una Maria Palacios sposò il famoso Luis Velez de Guevara grande amico di Lope; un padre Juan Bautista Palacios, trinitario, era califìcador del Santo Oficio nel 1646. La libreria Martin, in Madrid, era veramente nel 1616 della vedova di Alonso e non di Alonso stesso, il quale deve esser morto nei primi mesi del 16148. Infine la dicitura del frontispizio è somigliante a quella delle Parti sesta, settima ed ottava, e cambiò solo quando incominciò Lope stesso a pubblicare la Parte novena.

VI. Sexta parte- Madrid 1616. (Cat. p. 440 e NB. p. 233).

VII. Séptima parte- Madrid 1617. (Cat. p. 441 e NB. p. 271).

XI. Trecena parte- Madrid 1620. (Cat. p. 443 e NB. p. 322).

IX. Parte catorce- Madrid 1621. (Cat. p. 443 e NB. p. 325).

X. Décimaquinta parte- (F. Correa de Montenegro) 1621. (Cat. p. 444 e NB. p. 360).

XII. Décimasexta parte- Madrid 1621. (Cat. p. 444 e NB. p. 361).

XX. Parte veinte- Eccone il frontispizio:

«Parte | veinte de | Las Comedias de | Lope de Vega Carpio, | Procurador fiscal de la camara | Apostolica | Dividida en dos | Partes | «Qui ducis ecc. | Año 1625 | Con Privilegio | En Madrid. por la Viuda de Alonso Martin | Acosta de Alonso Perez mercader de libros. Vendese en sus casas | en la calle de Santiago».

Esemplare più unico che raro e stupendamente conservato. Questa edizione non è citata. L'edizione finora creduta principe (NB. p. 386) è pure del 1625 ed ha lo stesso frontispizio, eccetto che è in Madrid, por Juan Gonzalez9. Sono edizioni diverse? E in tal caso quale è anteriore? Se si trattasse di edizioni distinte, certamente sarebbe anteriore quella della libreria Martin che era la libreria preferita da Lope: ma si potrebbe credere che si tratti di un'unica e contemporanea stampa che il mercante di libri Alonso Perez avrà fatto eseguire per più rapidità di lavoro in due officine diverse. Un fatto assolutamente identico era avvenuto nel 1621 per la Parte décimaquinta: anche questa uscì nello stesso anno, spesata da Alonso Perez, da due officine madrilene, quella del Martin e quella di Fernando Correa. (Cfr. NB. p. 358-60).

II. Veinte y una parte - Madrid 1635. (Cat. p. 447 e NB. p. 515).

VIII. Veintidos parte - Madrid 1635. (Cat. p. 447 e NB. p. 516).

Questa parte, uscita dopo la morte di Lope, ha una commedia non sua (Amor, pleyto y desafio dell'Alarcon); ma anche un'altra commedia La primera informacion doveva essere creduta non sua perchè ha in fine la seguente nota stampata: «Es de Lope Felix de Vega Carpio, no del Doctor | Juan Perez de Montaluan». Forse col nome del Montalban era stata edita suelta.

XXIII. Parte veinte y tres- Madrid 1638 (Cat. p. 448 e NB. p. 521).

V. Veintiquatro parte perfeta- Zaragoza 1641. (Cat. p. 449 e NB. p. 522).

XXV. Parte veinte cinco perfeta- Çaragoça 1647. (Cat. p. 449 e NB. p. 523).

Queste sono le Parti della genuina collezione di Lope. Sono pure a Parma la Parte tercera della collezione Comedias nuevas escogidas (Cat. p. 688) che ha sei commedie di Lope e a queste ne furono aggiunte altre sueltas10. Infine vi è il raro volume: Parte veinte y quatro de las Comedias del Fenix ecc. edito a Zaragoza a costa de Iusepe Ginobart; e dico raro perché l'esemplare parmense non è della 2.ª edizione 1633, come gli esemplari di Madrid e di Londra descritti dal Barrera (Cat. p. 451 e 682), ma è della 1.ª edizione, stesso editore 1632, della quale finora non si conoscevano esemplari11.

Le commedie sueltas di Lope che si trovano in questa collezione palatina sono un'ottantina circa. L'indeterminatezza del numero dipende dal fatto che è talora difficile discernere una suelta antica da una commedia strappata da qualche volume. Perché, come avvertii nel citato articolo12, il legatore di queste collezioni ha spesso lacerato la copertina e tagliato i numeri delle pagine. La maggior parte di queste sueltas sono senza alcuna indicazione tipografica, ma se l'occhio e la pratica non mi ingannano, mi paiono quasi tutte uscite da una delle tre officine seguenti:

  • Valladolid, Alonso del Riego
  • Sevilla, Leefdael (impr.ª Real, Correo Viejo)
  • Madrid, Sanz (calle de la Paz):

meno nelle due prime, il più nella terza. Di queste sueltas non segnalerò che quelle poche che o sono rare o offrono notizie interessanti.

I. El Castigo sin vengança.

Suelta di 27 fogli numerati, s. l. n. a.13. Manca la copertina e perciò non posso dire se è la suelta barcellonese del 1634 (cfr. NB. p. 458), ad ogni modo è una edizione molto antica. Il Ticknor, che ne possedette l'autografo, cita, dei commedianti che la rappresentarono, il famoso Arias. Questo esemplare specifica gli altri, e sono:

Duque de FerraraAutor
Conde FedericoArias
Marques GonçagaSalas
CasandraAurora
AuroraBernarda
LucreciaGeronyma
BatinSalinas
CintiaMaria Çauallos

Di Aurora, Bernarda, e Maria Çauallos nulla ho potuto trovare14. Arias e Salinas e Salas sono notissimi (vedasi NB. p. 441). Geronyma è certamente la famosa Gerónima de Burgos, amica anzi troppo amica di Lope, e che nel 1613 era nella compagnia dell'Ortiz, e nel 1614 in quella di Pinedo insieme col Valdés che la sposò e mise poi più tardi compagnia del proprio15. Nel 1616 pare fosse nella compagnia del celebrato Sanchez; e nel 1622-23 è a Madrid nella compagnia del marito. Passò poi, come pare, nella compagnia di Roque de Figueroa perché l'Autor o capo sopra citato è appunto questo celebre artista che era nel 1631 a Madrid: questa commedia fu rappresentata nel 1632. Il testo di questa suelta è identico con quello della Veinte y una parte.

XIV. El Cerco de Viena y socorro por Carlos V.

Suelta antica senza alcuna indicazione tipografica. Rara.

I. La competencia en los nobles.

Suelta antica s. l. n. a. di 20 fogli non numerati. Madrilena o sivigliana. Dice: representòla Tomas Fernandez. Essa è citata dal Fajardo, e nei cataloghi Medel e Huerta.

XXI. Creacion del mundo y primer culpa del hombre.

Suelta antica s. l. n. a. certamente anteriore alla edizione di Amsterdam 1726 citata dal Barrera (Cat. p. 711). Io la giudico di Valladolid (A. del Riego).

È preceduta da una loa sacramental a due personaggi, finora non segnalata. Nel vol. IX della collezione De diferentes aut.es ce n'è un'edizione di Madrid Antonio Sanz 1744: questa tardiva suelta è alquanto abbreviata e non ha la loa dell'edizione antica.

I. Defensa en la verdad.

Suelta antica s. l. n. a. di 18 fogli non numerati. Dice: Representola Olmedo.

Difer.es IX. Dineros son calidad . de Lope de Vega. Madrid, Antonio Sanz 1739. (Cfr. NB. p. 450).

XIV. Enmendar un daño a otro.

Suelta antica, forse madrilena, s. l. n. a.

XIII. Estrella de Sevilla.

Suelta antica s. l. n. a.

XVI. Guerras de Amor y honor.

Suelta antica, forse madrilena, s. l. n. a.

XIV. Hijo de los leones, de Lope de Vega.

Suelta antica, pare madrilena, s. l. n. a. Nel vol. XIII Difer.es v'è un Hijo de los leones, Madrid, A. Sanz 1730 che è detta De un ingenio de esta corte, ma è l'identica commedia. Il Barrera dice però che quella di un Ingenio è diversa: che sia errata anche la suelta antica? Non posso decidere, non avendo la Parte decinueve che contiene la commedia di Lope così intitolata.

XIV. Industria contra el poder.

Valladolid, Alonso del Riego, s. a. Un duplicato nel vol. XVIII. Dice: De Lope de Vega, ma è la commedia del Calderon intitolata: Amor, honor y poder, con leggierissime varianti.

XIX. Mas vale Salto de Mata que Ruegos de Buenos. De un Ingenio de esta corte. Sevilla, Francisco de Leefdael en la casa del Correo Viejo, s. a.

È la suelta che citarono Medel e Huerta? E perchè non dissero essere anonima? La Parte veinte y seis 1645 (Cat. p. 682) ha una commedia De Lope dello stesso titolo, ma è veramente di Lope? (Cfr: NB. p. 452). E come mai, se è tale, in una edizione posteriore è taciuto così illustre nome d'autore? Dubbi che solo il confronto delle edizioni potrà risolvere.

XIV. Merced en el castigo, de Lope de Vega Carpio. Suelta antica s. l. n. a. (Cfr. NB. 452).

XVIII. Mocedades de Bernaldo del Carpio.

Madrid, Sanz 1728. Altra ediz. 1742 nel vol. XXII, entrambe col nome di Lope. (Cfr. NB. p. 462).

XXXIX. Moza de cántaro, de Lope de Vega.

Suelta antica s. l. n. a. forse di Valladolid.

XVI. Auto al nacimiento | de Christo Nuestro Señor | El Nuevo Oriente | De el sol | y mas dichoso Portal | de Frey Lope de Vega Carpio.

Ultimo occhietto: Impresso en Valladolid, en la Imprenta de Alonso del | Riego, Impressor del Santo Oficio de la Inquisicion, y de | la Real Universidad, donde se hallarà este auto, y otros | de diferentes generos; y assimismo Comedias, Histo | rias, y Coplas, todo à buen | precio».

XIII. Perro del Hortelano- Sevilla, Tomé de Dios Miranda 1676.

I. Porfia hasta el temor - Comedia famosa de Lope Vega Carpio - Representola Roque de Figueroa. Suelta molto antica s. l. n. a. di 19 fogli numerati.

Difer. es XLVI. Servir con mala estrella, de Antonio Henriquez Gomez - Sevilla, Viuda de Francisco Lorenzo de Heamosilla (sic), s. a.

Non so donde nasca questo errore di attribuzione; certo è che la commedia è quella identica che col nome di Lope fu pubblicata nella Parte sexta.

XVI. Sierras de Guadalupe. Suelta antica s. l. n. a, forse di Valladolid, in 20 fogli numerati.

Difer.es LXXXV. Sueños hay que verdad son - De don Pedro Calderon - edizione (sivigliana) s. l. n. a.

È la commedia Trabajos de Jacob della Veintidos parte perfeta: l'editore fu ingannato perchè il Calderon ha un Auto (tomo 3.º) dello stesso titolo. Notisi che il vero titolo di questa di Lope è Sueños hay que son verdades: il Barrera confonde i due titoli. Siccome la commedia genuina di Lope finisce così:


...aqui dió fin el poeta
de jacob a los trabaios
que es la gran tragicomedia
de la salida de Egipto.
Belardo los pies os besa.



l'editore sivigliano (pare il Leefdael) se la cavò mutando:


Calderon los pies os besa!



XVI. Tanto hagas quanto pagues. Comedia famosa de Lope de Vega Carpio. Suelta antica, pare madrilena, s. l. n. a.

Dice il Barrera (Cat. 456) che col titolo di Traicion vengada fu inserta nel tomo 3.º delle commedie del Moreto. Il signor Hartzenbusch, dalla fattura e verseggiatura, la crede opera di Rojas Zorilla. Io non ho potuto vedere la Traicion vengada e però non posso pronunciarmi. Quel che posso dire è che questa Tanto hagas quanto pagues è la stessa commedia, parola per parola, che col titolo No ay plazo que no se llegue ni deuda que no se pague fu pubblicata suelta s. l. n. a. come opera dell'Alferez Jacinto Cordero. (Cfr. Cat. p. 100). La sola variante è che dove la suelta, antica di Lope mette:


O Madrid Corte dichosa
del gran Filipo segundo



la suelta del Cordero, più moderna, ha:


del grande Carlos segundo.



Non so poi se si tratti di due commedie o di una: e in questo caso a chi, tra Lope, Moreto, Rojas e Cordero, spetti la paternità di così dubbiosa figliuola.

Passando ora ai manoscritti, io li descriverò, ponendoli, come le sueltas, in ordine alfabetico. I manoscritti sotto notati sono 124, ma di questa rispettabile cifra la grande maggioranza è di copie: di quelle copie che tra la fine del secolo XVII e il principio del XVIII si eseguivano in gran numero per riparare alla rarità, che cominciava allora a sentirsi, delle vecchie edizioni, mal supplite dalle difettose sueltas dei Sanz e dei Leefdael. La grafia di queste copie si può distinguere in due tipi diversi; il primo è di una scrittura piccola, nitida ed elegante, con inchiostro rossiccio, con mano uniforme ed accurata. Il secondo tipo è una grafia più alta, grossa, chiara anch'essa ma poco elegante, più varia e corrente, ad inchiostro nerastro, e che io giudico alquanto posteriore al primo tipo. Nessun dubbio che queste copie fossero smerciate nelle librerie ed eseguite per conto dei librai stessi. Non hanno mai indicazione di dove furon copiate nè da chi; un piccolo gruppo è costituito da alcune copie di Isidro Rodriguez il quale invece aveva la buona abitudine di dichiarare quando e donde copiava16.

Da questo gruppo di copie, numeroso ma poco importante, si differenziano assai alcuni manoscritti contemporanei a Lope. Disgraziatamente non posso dire se ve ne sia qualcuno autografo: le mie ricerche per ottenere un fac-simile della grafia di Lope furono vane, e la edizione fotozincografica che dell'autografo del Bastardo Mudarra si fece a Madrid nel 1864 (NB. p. 187) non è, per una sola ma potente ragione, a mia portata. In ogni modo, come autorità del testo, molti di essi valgono quasi come autografi per le circostanze speciali che noterò a suo luogo. E avverto pure che di alcune commedie non ho trovato cenno nei cataloghi anteriori e perciò parrebbero preziose novità, ma anche di queste non discorrerò a lungo. Voi sapete, Illustre Amico, che di alcune ho inviato copia ed altre sto copiando per la grande edizione in corso; delle rimanenti basta adunque un breve cenno che Vi permetta di giudicare se esse sono veramente sconosciute e attribuibili a Lope; nel qual caso l'onore della edizione-principe spetta di diritto all'Accademia e a me basterà il piacere di avervi modestamente contribuito.

Eccovi dunque l'elenco dei manoscritti parmensi con le poche osservazioni che io posso farvi:

  • 1. El Acero de Madrid. - XV.
  • 2. Acertar errando. - XVII.
  • 3. Los Acreedores.

Nel vol. 3.º di una collezione di autos di cui discorsi nel già citato lavoro. Il ms. è della prima metà del secolo XVII come dimostrano alcune correzioni di mano del Licenciado Francisco de Roxas de Madrid. È notevole che dei manoscritti posseduti da questo insigne affezionato alla letteratura drammatica, moltissimi si trovino a Parma. Io ne ho notati molti nella collezione Diferentes (op. cit., p. 101) e molti pure ve ne sono in questa, come si vedrà17. L'auto de los Acreedores col titolo Acreedores del Hombre fu edito nelle Fiestas del s.mo sacramento del 1644.

  • 4. Alcade de Zalamea. - XVI.
  • 5. Al passar el arroyo. - XVI.
  • 6. El amante agradecido. - XXVIII.
  • 7. Amar como se ha de amar. - XVII.
  • 8. Amar por burla. - XVII.
  • 9. Amigo hasta la muerte. - XVII.
  • 10. Amor con vista. - XV. [inedita?]
  • 11. Amor secreto hasta celos. - XVI.
  • 12. Angelica en el Catay. - XXXV.
  • 13. el Antechristo. - XXXVII.

Il Barrera non lo notò; il S.r Mesonero lo notò nell'Indice alfabetico18 ma lo tolse nell'Indice di Lope19. Entrambi forse hanno creduto a una confusione con l'Antecristo di Ruiz de Alarcon, ma ormai Voi sapete che sono due opere diverse, poichè di questa vi inviai copia. Fu forse edita suelta? Parrebbe di sì perché (sebbene il Barrera a p. 454 noi dica) questa commedia è citata nei cataloghi Medel e Huerta. (Cfr. Schack, II, 703). Questo ms. è del principio del secolo XVII, con correzioni del Rojas di Madrid.

  • 14. Anzuelo de Fenisa. - XV.
  • 15. Arenal de Sevilla. - XXXIII.
  • 16. Argel fingido. - XV.
  • 17. Avanillo. - XV.
  • Bautismo. Vedi Rey.
  • 18. Burgalesa de Lerma. - XXVII.
  • 19. Capellan de la Virgen. - XXXV.
  • 20. Cautela contra cautela. - LXXVI. Difer.es

Vedasi per questa commedia, che è in questo antico ms. attribuita a Lope, quanto ne dissi nel citato lavoro a pag. 77.

  • 21. Campana de Aragon. - XIX.

Copiata da Isidro Rodriguez nel 1733 dalla parte 18.ª di Madrid 1622.

  • Celoso. Vedi Zeloso.
  • 22. Chaves de Villalva. - XXXI.
  • 23. Conde Fernan Gonzalez. - XXX.
  • Condesa Matilde. Vedi Resistencia.
  • 24. Con su pan se lo coma. - XXXIV.
  • 25. Corona deribada. - XXXVII.

Il titolo è: Corona de Ribada [sic] y Vara de Moyses de lope de vega carpio. Ms. del principio del secolo XVII, con alcune correzioni di mano del Rojas di Madrid. La commedia, che è in tre giornate ed ha per argomento l'uscita degli Ebrei dall'Egitto, se è opera di Lope è finora sconosciuta. Ma gli ultimi versi, come si vedrà, pare accennino a un titolo Milagrosa elecion. Con questo titolo v'è una commedia del Godinez che non sono riuscito a vedere. È la stessa? Nell'Indice alfabetico del signor Mesonero (Dram. poster. 2.º p. XL) dicesi che quella attribuita al Godinez è invece quella di Tirso: Eleccion por la virtud. In tal caso tra questa parmense e quella del pseudo-Godinez o pseudo-Tirso non sarebbe alcuna somiglianza, perché in essa trattasi della elezione di Sisto V e non di Mosè. Ma le indicazioni del Mesonero hanno bisogno di controllo: e perciò pongo qui alcuni versi della parmense; essa comincia:

 

Aran pe de moisen. Jeçabel su madre. maria doncella su bzna (bezina?). ys.rraelitas con un niño pequeñito y una cestilla de nimbres.

 
M.ª
callad hermoso doncel
no dezplegueis la boz muda
q soys hijo de ys.rrael
y esta la espada desnuda
y alçado el braço cruel
=
sillorais y alguno os siente
la uida aueis de perder ecc.


finisce: - (entrense todos apellidando liuertad dase la batalla dentro con muy gran ruydo de caxas y armas lo mejor que ser pudiere y luego salgan todos los mas cautivos que pudieran y onbres y mugeres y los viejos y dice çabulon):

ÇABULON
viua el famoso moysen
por quien todos... (rotto)
la nueva jerusalen
AVIND
el viua y todos viuamos
ARON
gracias al cielo se den
AVIND
viua gran moysen tu espada
para nuestra rredencion
ARON
con esto queda acauada
la milagrosa elecion
y corona derribada.
 

finis coronat opus.

 


La commedia del Grodinez, fu edita suelta.

  • 26. Cortesano embustero. - XLII.

Il titolo è: La española y el cortesano embustero de lope, ma le prime tre parole furono aggiunte da mano posteriore, e sul principio delle tre giornate il titolo è semplicemente el cortesano embustero. Il ms. è dei primi anni del secolo XVII ed ha moltissime correzioni di mano del Rojas di Madrid. Sul frontispizio c'è una sbiadita firma di Don luis cornejo, che non so chi sia: forse un possessore prima del Rojas. Nessuna commedia conosciuta di Lope ha questi precisi titoli; vi fu però un Cortesano nominato da Matos nella sua Cosaria catalana e dice che è: de una de las plumas milagrosas de España, ma nulla se ne sa; tra le commedie che Lope dice d'aver scritto e che andarono perdute vi è un Cortesano en su aldea, probabilmente la stessa accennata dal Matos. Questa parmense potrebbe essere appunto questa commedia sparita; ad ogni modo essa è nuova. Comincia:

 

- Figuras: Rei de arjel. el ynfante su herm.º selin. hamete. çaide. un cautibo. Rei deespaña. un caballero. leonardo. un alcaide moro, mulei. çelima mora. un cristiano con una carta.

   

(el rrey deargel y el infante suermano salen)

 
RREY
que sea tan grande ermano
desultan la tirania
que aya tenido osadia
de ylle a mi gusto ala mano
\/
como mi tio no es
y mi prima no es selima
porque me quita a mi prima
y selada al rrey de fes
\/
causa busco y no la allo
que si ay sangre rreal en el
yo soy el rrey en argel
y el al fin es mi basallo ecc.


finisce:

RREY
yo gusto de perdonalle
como adelante no pase
SELI
ay quien conmigo se case
CEY (?)
yo si os agradare el talle
SELI
aora ssea rrey con bos
pues que se troco el intento
REYDES
pues agase el casamiento
y asistamos ael los dos
y echo, nos partiremos20
RREY
solo aquese punto espero
LEON
y aqui acaba el enbustero
si es bien tal nombre le demos21.
 

fin de la comedia laus deo.
de la española siete pliegos se an sacado.

 


Di quest'ultima frase non intendo bene il significato.

  • 27. Cortesia de España. - XL.
  • 28. Dama boba. - XXXV.
  • 29. De cosario a cosario. - XVI.
  • 30. Dela ausente en el lugar. - XXXV.
  • 31. Despertar a quien duerme. - XXIX.
  • 32. Discreta enamorada. - XIX.

(Copiata da Isidro Rodriguez nel 1735)

  • 33. Divina vencedora. - XXXVII.

Ms. del 1624 con qualche correzione di mano del Rojas di Madrid. Il titolo è: La famosa comedia de la dibina bencedora y famosos hechos de meledin gallinato y toma de moron = de lope de bega carpio = arto de 1624 - orijinal - J.º Martinez de mora - La commedia doveva essere in tre giornate ma qui manca la terza. La grafia pare tutta del Martinez de Mora, il quale (Cat. 141, 436) era addetto al teatro del Prado in Madrid. Di questa commedia ancora inedita fu segnalato un altro ms. non autografo nella biblioteca del S.r Duran. In fine della 2.ª giornata v'è questa nota del Martinez: en acabando la segunda jornada se hace el entremes de los golosos que le hace doña maria porque mariana la acaba y comienza la tercera jornada. despues saldra a bailar sola entre esta jornada. Si allude alla famosa Maria Calderon, chiamata la bella Calderona (Schack, III 436) e a Mariana de Velasco detta la Candada: erano a Madrid in quel tempo con Morales, Arias e altri noti commedianti (NB. p. 441). L'entremes de los golosos è anonimo e inedito: ne segnalò (e ne possiede?) il ms. il signor Fernandez-Guerra (Cat. p. 625).

  • 34. Divino africano. - XXXVI.
  • 35. Domine Lucas. - XLV.
  • 36. Doncella Teodor. - XLIII.
  • 37. Don Juan de Austria en Flandes.

Ms. della fine del secolo XVI, nel volume LXXV della collezione Diferentes. Il testo è di una grafia molto difficile; dopo le parole de Lope Felix bega carpio c'è la firma J. Martinez de mora = orijinal, ripetuta in fine di ogni giornata con le parole Original corregido; e in fine della commedia dopo la firma e questa nota del Martinez: esta corregida esta comedia: original, vi sono due approvazioni della censura. Una dice: Esta comedia del tit.º Don juº de austria no tiene cosa que offenda y para mas satisfacion se dexo representar yno resulto ynconuenientes en Madrid a 14 de 8bre 1606. Elsecretº thomas Gracian Dantisco. Del censore Dantisco molte altre approvazioni a commedie di Lope cita il Barrera (NB. indice) tra il 1603 e il 1619. L'altra è una breve approvazione del 1607 con una firma orribile che io leggo: p. Manoel Coello. Il signor Hartzenbusch nel vol. IV della sua scelta, in una lista di approvazioni del Dantisco e di altri, ne cita una (a pag. XVI) di un padre Coalla. Ma credo abbia mal letto, e suppongo che questi sia quel frate teologo Manoel Coello che contribuì in Lisbona nel 1600 a fare abrogare l'assurdo decreto che aboliva le rappresentazioni drammatiche. Alla fine della 3.ª giornata, di mano diversa e certamente posteriore al testo, c'è questa nota: Esta comedia es de Alº de Heredia autor de comedias y se saco en çaragoça el mes de abril de mil y seis cientos y vte i cinco años y por la verdad lo firmo desu nombre. Alº de Heredia. Suppongo che col sacó avrà inteso dire representó, perché il ms. (come mostrano le censure) è assai anteriore al 1625. Più basso c'è una firma assai elegante: Fran.co Polo, che è certo quegli che ha una commedia nella Parte veinte y tres de Com. nuevas del 1.665. Di Alonso de Heredia e Maria sua moglie si hanno bastanti notizie da Schack (II, 671) e Barrera (NB. v. indice).

Anche questa commedia, se è di Lope e non piuttosto una delle numerose che trattarono argomenti fiamminghi, è nuova e sconosciuta. Certo ella è distintissima dalla commedia Españoles en Flandes pure di Lope e dal Señor Don Juan de Austria del Montalban. Essa incomincia:

DUQUE
    señor otabio gocaga
   porq la embajada ura
    como esta ocasion lo mra
    a proposito se aga
Larrejunta nos enbia
    y todos los diputados
    de los flamencos estados
    aqui abuestra señoria
a penetrar y a saber
    a que a flandes abenido
   despaña ecc.


finisce con la morte di Don Juan e con ottave dette dalla Spagna:


ya...... [il legatore tagliò questo verso]
aqui a braços abiertos oi le espera
el valor de alemania y de castilla
q hizo teblar la mar y tierra etera
no le enterreis con son q aga macilla
ni arrastreis estandarte ni badera
pues q tata corona goça gloria
dado fin al suceso desta ystoria.



Segue la firma del Martinez e la nota più sopra citata.

  • 38. Don Juan de Castro. - XXVIII.

1.ª e 2.ª parte: la 2.ª è per solito intitolata Don Juan de Alarcos

  • 39. Don Lope de Cardona. - XXVI.
  • 40. Ello dira. - XXXIV.
  • 41. Embustes de Fabio. - XXVI.
  • 42. Enemigos en casa. - XXXVIII.
  • 43. En los indicios la culpa. - XLVI.
  • 44. Esclabo de Roma. - XXXII.
  • 45. Esclabo de Venecia. - XXXVII.

Ms. della prima metà del secolo XVII, con correzioni di mano del Rojas di Madrid. Il titolo è: Esclabo de benecia y amante de su hermana, de Lope ecc. Pare tutta di grafia del Martinez de Mora. Anche questa commedia sembra essere nuova e sconosciuta, poichè non è certamente El amante de su hermana di Montero Nayo, il quale nacque soltanto nel 1711. Nel solo Catalogo del Barrera vi è notata una anonima Esclavo en Venecia; è forse questa? e fu edita suelta? questa incomincia: Personas: astorbalon biejo . camila su hija . Ricardo cautibo . gandalin gracioso . muley turco . mahamet turco . zelidoro general. selin gran turco . zara turca. soldados turcos . nra señora . dos senadores.

(Disparan dentro y abra gran ruido de guerra como que se da bateria y asalto. y salen dos turcos que son muley y mahomad. con espadas desnudas tras de astorbalon general de famagosta y el retirandose con la espada desnuda y el baston quebrado y ensangrentado el rostro y ala postre Zelidoro . dicen primero dentro los dos moros):

DENTRO
famagosta por selin
vitoria turcos vitoria
llore como nicosia
en ruina lastimosa
 

(agora salen como esta dicho)

 
MAHO
Rinde la espada o la vida
ASTOR
la vida sera mas honra
porque sin honra la vida
es muerte y muerte afrentosa
ZELID
tened balerosos turcos ecc.


La 1.ª giornata finisce:

CAM.ª
sere en firmeza diamante
ZELID
ala vida de mis ojos
te guarde
CAM.ª
con mil despojos
te traiga
ZELID
para gozarte22
 

(vanse con que se da fin al primero acto de la gran comedia del esclabo de benecia y amante de su hermana = de lope de bega carpio - Dj° Martinez de Mora = fin = orijinal).

 


La stessa firma e parole si ripetono in fine della 2.ª e della 3.ª giornata. La commedia finisce che Zelidoro si fa frate, Camilla monaca di S.ª Clara, Zara si converte e sposa Riccardo:

ASTOR
bamos adarle las grazias
a la soberana reyna
que como es nuestra esperanza
todo el bien nos biene della
RIC
todo a tenido buen fin
ZELID
pues bien sera que le tenga
el amante de su hermana
y el esclabo de benecia.


Segue la nota simile alla sopra citata.

  • 46. Famosas asturianas. - XXXIX.
  • 47. Ferias de Madrid. - XXX.
  • 48. Firmeza en la desdicha. - XLV.
  • 49. Flores de Don Juan. - XLIII.
  • 50. Fortuna merecida. - XXXVI.
  • 51. Fuente obejuna. - XL.
  • 52. Galan de la Membrilla. - XXVI.
  • 53. Guanches de Tenerife. - XXVIII.
  • 54. Hermosa Alfreda. - XLI.
  • 55. Hidalgo Abencerraje. - XLIV.
  • 56. Hidalgos del aldea. - XXXIX.
  • 57. Hijos de Maria. - XLII.

Ms. dei primi anni del secolo XVII, con frequenti correzioni di mano del Rojas di Madrid. Il titolo è: Auto de los hijos de Maria del Rosario en 16 de septbre para Matias Martinez. Questo Martinez, affatto sconosciuto, sarà un possessore o un copiante, perché credo che l'auto sia quello stesso Hijos de Maria y el Rosario che i cataloghi Medel e Huerta attribuiscono a Lope. Ad ogni modo siccome qui il nome di Lope non c'è, e potrebbe trattarsi di cose distinte, porrò qualche verso per chi voglia, e possa, fare il confronto. L'auto consta di un breve atto, 27 pagine di scritto, e comincia:

ANGEL CUSTODIO
gran23 Pastor si aesta parte
la audiencia se biene hacer
dispona yordena delarte
quel trono tiene de ser
y los asientos rreparte.
S. PEDRO
oy custodio celestial
la gran Persona rreal
de dios a mostrarnos biene
el supremo amor que tiene
al honbre con ser mortal


finisce:

MUSICOS
bitoria bitoria
cante el cielo y la tierra
pues los hijos de maria
el premio de serlo lleban
el24 enemigo cruel
arrojan por burlas biejas25
y por el Rosario santo
bitoria bitoria lleuan26
 

finis

 

Perfectum 20 dias de spet.e para el S.r matias martinez



  • 58. Honrado hermano. - XXXVI.
  • 59. Honra por la mujer. - XIX.

(Copia di Isidro Rodriguez del 1732, dalla Parte 24.ª di Saragozza 1633.)

  • 60. Humildad y la soberbia. - XXVIII.
  • 61. Imperial de Oton. - XXXIII.
  • 62. Inocente sangre. - XXVI.
  • 63. Intencion castigada. - XXXVIII.
  • 64. Jorge toledano. - XLVI.
  • 65. Juan de dios y Anton Martin. - XXXI.
  • 66. Lacayo fingido. - XXVII.
  • 67. Lealtad enel agravio. - XLVI.
  • 68. Limpieza no manchada. - XXVII.
  • Loco santo. Vedi Truhan.
  • 69. Locos por el cielo. - XXIX.
  • 70. Locura por la honra. - XXXIII.
  • 71. Lo que ay que fiar del mundo. - XLV.
  • 72. Luzinda perseguida. - XLVII.
  • 73. Marques de las Navas. - XLVI.
  • 74. Marques de Mantua. - XLIII.
  • 75. Mas galan portugues. - XXXIV.
  • 76. Mas pueden zelos que amor. - XIX.

(Copiada por Isidro Rodriguez en 1734 sacada de los originales de dicho avtor, cioè di Lope).

  • 77. Mayorazgo dudoso. - XXXII.
  • 78. Mayor desgracia de Carlos V. - XIX.

(Copiata da Isidro Rodriguez nel 1733).

  • 79. Mayordomo de la duquesa de Amalfi. - XXXIII
  • 80. Mudanzas de fortuna. - XLIV.
  • 81. Muertos vibos. - XL.
  • 82. Negro del mejor amo. - XXXVII.

Ms. dei primi anni del secolo XVII, di grafia molto difficile e corrente. L'indicazione de Lope è subito dopo il titolo. Se la commedia, come credo, è sua, essa è nuova e sconosciuta. Certo ella è interamente diversa dal Negro del mejor amo del Mira de Amescua e dal Santo negro di Lope, le quali due commedie hanno entrambe per argomento la conversione del negro Rosambuco per San Benito di Palermo. Anche è diversa dal Negro mas prodigioso del Diamante e dagli altri Negros elencati nei soliti cataloghi. Il ms. appartenne al solito Rojas di Madrid che fece una correzione in prima pagina; le ultime quattro pagine furono, pare, aggiunte poco dopo e sono di mano del Martinez de Mora. Manca la lista dei personaggi; scorrendo il testo ho riunito i seguenti:

Almanzor — pirro — zelauro — persida mora — duliman moro — arcaja — anfibo capitan — febo negrillo — sofonisba negra bizarra — antiobo moro negro — armindo moro — costancio viejo cautibo — leonardo — antolin — luzinda — d.ª juana.

 dentro 

Rey almanzor rey almanzor
PIRRO
reziba
de oran tunez bizerta arjel el lauro
ZEL.
biba almanzor
TODOS
por muchos años biba
 

(musica . salen almanzor rey . pirro y zelauro y moros)

 
AL.
deten la jente pirro y tu zelauro
suspende la corona q me toca
mientras q tanta perdita restauro
mira que el muerto padre me proboca
a justo sentim.to
PI.
deja el llanto
q esta la jente de tu ymperio loca
AL.
pues como he de dejar de sentir tanto
la falta piro de un tan noble padre
q a todo arjel suspende y causa espanto
el llanto solamente es bien me quadre ecc.


finisce:

Ju.ª
o milagro soberano
hechar me quiero a tus pies
ALI.
este es discreto senado
Antiobo de Cerdeña
yel negro del mejor amo.
 

finis lausdeo.

 


La commedia è divisa in tre giornate.

  • 83. Niño inocente dela Guardia. - XXIX.

Nel vol. LXIII Diferentes vi è un Santo Niño dela Guardia che credo non essere il noto drama del Cañizares ma di Dos ingenios; è un brutto rifacimento di questo di Lope. Si veda il citato mio lavoro a pag. 35.

  • 84. Noche toledana. - XXXVII.

Ms. della prima metà del secolo XVII, con correzioni del Rojas di Madrid. Il testo non ha varianti importanti da quello edito nella suelta dell'Hartzenbusch.

  • 85. Obras son amores. - XXXVI.
  • 86. Ocasion perdida. - XXVIII.
  • 87. Octava maravilla. - XXXI.
  • 88. Padrino desposado. - XXXII.
  • 89. Pastoral de Jacinto. - XIX.

Copia certamente del Rodriguez, ma non dice in qual anno. La commedia ebbe anche questi diversi titoli: Los Jacintos — Celoso de si mismo — Pastor de Albania — Pastoral de Albania — Selva de Albania. In una pagina, in fine, il Rodriguez trascrisse questi sonetti:

LEON
El principio del nombre de mi dama.
LEON
Yo muero y vino, yo me muero y ardo.
LOPE
Falaris el tirano de agrigento.


e questi che attribuisce pure a Lope:

Callar quiero y sufrir pues la osadia.
Es tan glorioso y alto el pensamiento.


che sono invece del conte di Villamediana, come pure credo di lui la canzonetta in decime che segue:

No solamente ha querido
Verme amor en vida muerto ecc.


Nel vol. XXVI vi è manoscritta questa stessa commedia col titolo: Jacinto y Zeloso de si mismo: è una copia un poco qua e là abbreviata, e mentre quella del Rodriguez finisce:

Jacinto lo esta mejor
    Pues sali del Laverinto
donde el alma presa estaba,
aqui senado se acava
la Pastoral de Jacinto.


l'altra copia finisce:

Jacinto lo esta mejor,
    Sali del zeloso abismo
por que en mi mal se remedia
dando fin ala comedia
del zeloso desimismo.


Parmi migliore il primo testo.

  • 90. Pastor soldado.

Ms. della prima metà del secolo XVII, nel volume LXXV della collezione Diferentes. L'indicazione de Lope è di seguito al titolo. Se è sua, come credo, è commedia nuova e sconosciuta. Un titolo di commedia di Lope alquanto simile a questo è Amor soldado che trovasi nella lista del Peregrino e nel catalogo Medel, ma della quale non si sa altro. Gli ultimi versi, come si vedrà, accennano al titolo: Esclava de su hijo, ma anche questo è un titolo nuovo e ignoto; l'Esclavo de su hijo del Moreto è diverso affatto. Manca la lista dei personaggi; scorrendo il testo ho riunito i seguenti: lisardo, fineo, tirso, garbin, silvia, jacinta, leonardo, Zelia, ardenio, lisardo, principe rosimundo, albano, (salen musicos cantando y bailarines bailando y lisardo villano galan y fineo y tirso y otros y garbin villano gracioso con un mayo).

mus.
este si q es maio famoso
q los otros maios no
este si q selleua la gala
q los otros maios no
este si ecc.


finisce:

JAZ.
la mano le doy y el alma
AL.
grande bien
LID.
grande bentura
BEL.
fue para fin de desgracias
benturosa al fin
LID.
y aqui
da su autor fin a la esclaua
de su hijo, no a seruiros
q el comienza aunq ella acaba.


La commedia è divisa in tre giornate.

  • 91. Pobreza estimada. - XXXII.
  • 92. Poder vencido y Amor premiado. - XXVII.
  • 93. Ponzes de Barcelona. - XXXVIII.
  • 94. Primer rey de Castilla. - XL.
  • 95. Principe perfecto. - XXXVI.

È la 1ª parte. Nel vol. XXXII è ms.ª la 2.ª parte; testo identico alla scelta dell'Hartzenbusch.

  • 96. Prision sin culpa. - XXXI.
  • 97. Prueva de los ingenios y Laberinto de amor. — XLI.
  • 98. Quien ama no haga fieros. - XXXIX
  • 99. Quien bien ama tarde olvida. - XLIII.
  • 100. Quien mas non puede. - XXXIV.
  • 101. Quinta de Florencia. - XXX.

Il Barrera crede inedita e perduta la commedia Primer Médicis della 1.ª lista del Peregrino. Essa è questa commedia, cui Lope nella 2.ª lista mutò titolo. L'identità era già stata notata dal signor Mesonero.

  • 102. Ramilletes de Madrid. - XXX.
  • 103. Resistencia honrada y Condesa Matilde. - XXIX.
  • 104. Rey don Seuastian y bautismo del Principe de Marruecos. - XXXVIII.
  • 105. Rustico del cielo. - XXXIX.
  • 106. Ruysenor de Sebilla - XLVII.
  • Santa Teresa. Vedi Vida.
  • 107. Santo Negro Rosambuco. - XVI.
  • 108. Selvas y bosques de amor. - XIX.

(Copiata da Isidro Rodriguez nel 1730, dalla Parte 24.ª di Saragozza 1633)

  • 109. Sembrar en buena tierra. - XXX.
  • 110. Serafin humano. - XXVII.
  • 111. Servir a señor discreto. - XXXI.
  • 112. Soldado amante. - XXXIX.
  • 113. Sol parado. - XLVII.
  • 114. Sortixa en el olvido. - XXXV.
  • 115. Trato de Toledo, Toledano vengado. - XLII.

Ms. della prima metà del secolo XVII, senza nome d'autore. Essendo elencata nel solo catalogo Huerta, rimane dubbio se veramente fu edita. In prima pagina c'è una firma Juan Sanchez: probabilmente è quel libraio di Madrid che visse nel primo ventennio del secolo.

  • Triunfo de la humildad. Vedi Humildad.
  • 116. Truhan del cielo. - XLII.

Il frontispizio è tutto di mano del Rojas di Madrid, e dice così:

Comedia de la primera parte del truhan del cielo y loco santo de lope de vega carpio que aya g.ª ÷ las personas son Nicolas caballero — octavio — çelio — casandra dama — camilo viejo — xunipero — san francisco — Alexandro — morcon pobre — una muger pobre — una peregrina — nra senôra — niño Jesus — saluio y lauro, labradores — siluia — aurelio — norcisa — fray antonio de padua — fabio — demonio ÷ 1.ª y 2.ª p.te =

La 2.ª parte, seppur v'era, è andata perduta; questa è la prima, in tre giornate. Il ms., dei primi anni del secolo XVII, è assai difficile e corrente. Il titolo loco santo è solo nel frontispizio del Rojas: in principio delle 3 giornate è solamente truan del cielo. Il Fajardo dice: Loco santo de Lope, y es segunda parte de su Loco cuerdo; doppio errore, perchè il Loco cuerdo è del Valdivielso e non ammette una 2.ª parte; di più esso tratta di S. Simeone del Deserto e non di S. Antonio. Il catalogo Huerta dice Loco santo senz'altre indicazioni. Probabilmente è inedita. Gli ultimi versi sono questi:

ANT.
vamos y aqui la primera
parte del sinple del cielo
y del truan del palacio
de dios, da fin prometiendo
hazer la 2.ª parte
si perdonan nros yerros.
 

fin de la 3.ª jor.ª

 

loado sea el ss.mo sacram.to y su madre santissima concebida sin pecado orijinal.



In un foglio bianco in principio della 2.ª giornata c'è: señor ju.º de maçarias aqui llego.

Ignoro chi sia e che significhi ciò.

  • 117. Valor de las mugeres. - XLI.
  • 118. Varona castellana. - XLIV.
  • 119. Vaso de eleccion. - XLII.

Ms. dei primi anni del secolo XVII, con molte correzioni del Rojas. Il titolo è: Vaso de eleccion y doctor de las gentes San Pablo, de lope de bega. È in tre giornate, ma probabilmente era prima in due, perchè in fine della 2.ª c'è una nota del Rojas che dice: deuian de ser largas estas jornadas y las cortaron ansi. La commedia finisce col supplizio di S. Paolo e S. Pietro:

NERON
cubrid los fieros monstruos
que espantan
SENE.
desta manera
fin da el baso de eleccion
y la piedra de la yglesia.


V'è come ognun sa una commedia del Zárate intitolata El vaso y la piedra. L'argomento e lo svolgimento di essa è molto simile a quel di Lope, ma sono opere diverse. Quella di Lope è probabilmente inedita; se ne conosce un altro ms. a Madrid.

  • 120. Vellocino de oro. - XXIX.
  • 121. Vencido vencedor. - XLII.

Ms. dell'anno 1635; pare tutto di scrittura del Martinez de Mora. Il titolo dice così: La gran comedia del benzido benzedor, del ynsigne lope de bega carpio q ste en el cielo — año de 1636. Certo fu negli ultimi giorni del dicembre, perché alla fine della 1.ª giornata il Martinez firma e dice: orijinal — año de 1636. Il Barrera segnalò un ms. del secolo XVII (copia), in possesso del S.r Duran e contenente una commedia ancora inedita El Vencedor vencido: ivi è attribuita a Don Juan de Ochoa. Non so se la commedia sia la medesima; in tal caso, tra i due autori che se ne contenderebbero la paternità io la darei a Lope, perché l'autorità del ms. parmense, che fu in possesso di due amici di Lope, il Martinez e il Rojas, mi pare molto maggiore. La commedia comincia:

D. JU.º
quando henemiga fortuna
a piedad te moberas
donde llebando me bas
por esta selba ynportuna
\/
   quando mi vida y mis males
acabaran mi destino
o me ofrezeran camino
estos ynjustos jarales
\/
   mas por aquella aspereza
baja un hombre apresurado
 

(sale maurizio como que anda a caza)

 
MAU.º
hidalgo abeis encontrado
por este bosque a su alteza?


Finisce con le nozze di Dominga e Salado:

DOM.ª
a dote y a casamiento
que muger ay que resista
D. JU.º
y al benzido benzedor
demos fin para que os pida
senado el autor perdon
que ya con el se publica
benzido de esa nobleza
bencedor de su desdicha.
 

fin del tercero acto de la gran comedia del bencido benzedor — delInsigne lope felix bega carpio qae este en el cielo — unabemaria —. J.º martinez de mora — fin — original.

 


La commedia è divisa in tre giornate.

  • 122. Venganza venturosa. - XXVII.
  • 123. Vida y muerte de s.ª Teresa de jesus. - XLI.

Ms. della prima metà del secolo XVII, di varie mani, a uso teatro, assai danneggiato, con correzioni del Rojas. Manca il nome dell'autore. Nella 2.ª giornata il titolo è: Madre theresa de jesus; questo titolo è quello che Lope cita nella lista del Peregrino. Comincia con un dialogo tra la Envidia y la Vanidad; finisce:

y aqui acaba la comedia
de la mas santa muger
que nuestra españa zelebra.


Una copia ms.ª è pure a Madrid; fu edita come opera di Luis Velez de Guevara.

  • 124. Zeloso de si mismo. - XXVI, e v. Pastoral.




Questi sono, esimio Signore ed Amico, i pochi appunti suggeritimi dall'esame della collezione palatina-parmense di Lope de Vega. Come Voi avete visto essi sono modesti contributi alla bibliografia lopiana, e quello di nuovo che realmente arrecano ho dovuto in buona parte lasciare sotto forma di interrogazione e di dubbio. Colpa di ciò è la grande scarsità dei materiali spagnuoli nelle biblioteche italiane, che m'ha vietato ogni confronto. Vi avrà certo contribuito anche a mia insufficienza; ma questa nessuno più di Voi. dottissimo amico, può giudicarla e perdonarla.

E vi bacio le mani.

Vostro devoto
Antonio Restori

Cremona, aprile 1891



 
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